lunedì 5 aprile 2010

LA RIVOLUZIONE EUROPEA DEL 1933



IL VOLO DELLA FENICE

Il Potere di Adolf Hitler in Germania, dura solo 12 anni, densi di avvenimenti che hanno sigillato, con il proprio carisma, una intera generazione che ha fatto l'intensa esperienza del Nazismo e dell'Hitlerianesimo, come i mistici fanno, talvolta, quella della Rivelazione Interiore; incomunicabile a chi non abbia partecipato ai fatti.

I ripensamenti posteriori sul Nazionalsocialismo, e sulle sue radici misteriosofiche, non appartengono agli Ariani, cioè agli unici che hanno fatto direttamente, e correttamente, l'esperienza spirituale del Reich; ma ai nemici giurati del paradigma geniale hitleriano. Costoro, da vincitori, hanno condotto e costretto il racconto della
Storia di quell'Epoca, sui binari obbligati di una propria revisione ebraicizzata del Nazismo; in una distorsione opportunistica che non si è conclusa, né potrà mai finire, perché l' ebraismo sionista imperante e l'Ariosofia Germanica, sono due realtà antitetiche: laddove l'una sussista, non vi è alcuno spazio per l'altra.

Meglio quindi affermare, come sentiamo ripetere da decenni, che il Nazismo hitleriano è stato una “follia collettiva”, o “l'Impero del male”, piuttosto che ammettere, o far trapelare che èsso è stato il frutto, amorevolmente preparato, di una Rinascita del Genio della Stirpe Ariana, oppressa da più di un millennio di dottrine ebraiche: giudaico cristiane o islamiche; comunque aliene allo spirito della
Razza Germanica.

Gli storici ebrei, filo ebrei, od “accademici”, che affrontano il fenomeno Völkisch tedesco, la Revivescenza Ariana e runica, o il Periodo storico del Nazionalsocialismo, negano in esso, a causa delle proprie ovvie e assai pesanti opzioni pregiudiziali, il riaffiorare, prepotente di un effettivo impulso religioso e spirituale Ariano; scisso dalle religioni monoteistiche di matrice ebraica.

Perciò si affrettano a liquidarlo con interpretazioni di comodo, che, pretendendo di relegarlo al semplice fanatismo di massa, non spiegano nulla; ma indicano, con questo termine più che abusato, la presenza di un’illuminazione interiore collettiva, che nel Nazismo è apparsa in superficie.

La Germania ed i Tedeschi del 1933, non hanno fatto nessun tuffo imprevisto e misterioso nella Barbarie; ma, semmai, si sono risvegliati, dopo più di un millennio di sonni avvinazzati e drogati, dalla menomazione degradante della rozza inciviltà ebraico cristiana; accorgendosi, finalmente, che la loro razza, e il loro Lignaggio ancestrale, correvano il pericolo estremo dell'annientamento.

Quello della Germania Hitleriana, è stato lo sforzo di un popolo, per sottrarsi al Comunismo, al Materialismo semita, e al Capitalismo globale e Cosmopolita, ovvero multi-razziale, voluto dai burattinai ebrei della Finanza e dell'industria pesante internazionale. Solo chiarendo il fatto che esiste, da duemila anni, una lotta senza quartiere degli Ebrei contro gli Ariani, e tutto ciò che non è ebraico, diviene possibile comprendere le emozioni vissute dai giovani tedeschi dell'Inizio del XIX secolo, e di coloro hanno visto, con i propri occhi, le cause e gli effetti dello sfacelo degli Imperi Centrali: disgusto, ribellione, lotta ad oltranza ai distruttori dell'Anima e dello Spirito Ariani.



Il Nazionalsocialismo hitleriano non è, difatti, che un primo precoce affiorare di un Movimento di rinascita spirituale Ariana: un fenomeno permanente, che pur sconfitto, non si è esaurito nellesue intime ragioni d'essere, in quei 12 anni di affioramento storico.

Il Messaggio, portato dal Nazionalsocialismo, erede diretto del Pangermanesimo Völkisch, implica, dunque, non tanto il problema di una nuova ed irrazionale barbarie gotica incipiente, ma la rivelazione dei danni che l'ebraismo ha già prodotto, con le sue varianti opportunistiche, nel tessuto sociale, esistenziale, immaginale e psichico dei popoli ariani.

Il rigetto totale del Nazionalsocialismo svela, quindi, la fondata, vivida, ed assai razionale preoccupazione degli Ebrei, per essere stati smascherati nel loro programma, più che millenario, di infiltrare e soppiantare ogni società, ogni civiltà, ed ogni spiritualità, che non sia la loro, distruggendone le radici e le effettive possibilità di sussistenza.

Il Rinascimento hitleriano nasce da un rendersi conto, del Popolo Tedesco, del fatto che dietro la scorza del parlamentarismo, del liberalismo, e della democrazia, c'è il ghigno ed il tornaconto degli ebrei: siano essi Banchieri, Mercanti d'armi, Petrolieri,
Industriali, Rivoluzionari marxisti, Assassini Comunisti, Fratelli Massoni, o indefessi e ben pilotati Intellettuali. Artisti, Scrittori, Filosofi, Medici, e Psicologi.

Il Nazionalsocialismo, in questo senso, costituisce il moto verticale di un nuovo Rinascimento Ariano e Gotico: Europeo. Non un tardo epigono del Rinascimento Italiano del XV secolo, con i suoi dinamismi orizzontali, materialista e falsamente classicheggiante: lussuoso giocattolo di propaganda mercantile, voluto dai cambiavalute e degli usurai fiorentini, italiani, od Olandesi, come i Medici o i Függer.

Non si tratta certo, per i Nazionalsocialisti hitleriani, di promuovere alcun commercio di oro o di anime, usando il grimaldello immaginale e le abilità di Artisti di Corte o di
Chiesa, che non sono, a ben vedere, che scaltri merciaiuòli edavide puttane, che lavorano per lucro e su commissione, come esecutori e vestali di un'Arte inutile, pomposa e priva d'Anima.

Il Rinascimento Ariano è, invece, quello di un intero Popolo che ha visto giungere il momento del proprio riscatto: la resa dei conti per i propri oppressori, e la possibilità di un trionfo integrale sui propri miserabili e potentissimi nemici. Il Nazionalsocialismo hitleriano è il Trionfo geniale dellaVolontà Odhinica; espresso da un intero Popolo attraverso il proprio Avatara o Führer: il Condottiero in una Battaglia spirituale ed animica senza precedenti storici. I documenti lasciati dall'Hitlerismo sono la testimonianza dell'azione dello Spirito della Stirpe Germanica: Odhinn- Wodhan, sulla materia plastica del suo popolo e dei suoi eletti; il frutto di un violento risveglio alla Realtà, da parte di un’intera Nazione, resasi conto di essere stata a lungo ipnotizzata, raggirata, ed oppressa.



Chiarificante lo scritto del pedagogo Nazionalsocialista W. Harless:

«Con la vittoria del nazionalsocialismo, le limitazioni
imposte aldinamismo spirituale dell'uomo, e che un tempo paventavamo, ci danno ora un sentimento di libertà. Il nostro mondo sentimentale ha trovato attuazione» ("Marquarsteiner Blàtter", ottobre 1933).

Inevitabilmente, questa «particolare concezione dell'uomo e della società» appare «aliena, addirittura diabolica all'intelletto giudaico cristiano, che permea, con il suo ebraismo di base l'intero pensiero occidentale ».

A livello politico, il potere deve venire esercitato da un'elite implacabile quanto suoi nemici: capace, cioè, di annientare le forze che si oppongono a questo Impero Teocratico. Perseguendo apertamente una politica pan-germanista, l'HAO auspica la
riunificazione di tutte le popolazioni germaniche, per dar vita ad un Reich destinato a durare mille anni.

Adolf Hitler, tenterà di realizzare proprio questo progetto di un Volk Germanico, caldeggiato da Guido von List per tutta la durata della propria vita. All’inizio, quest’altro austriaco geniale, non possiede che la sua “Giusta Voce”: il suo tono particolare d’espressione, e di comunicazione verbale Odhinica, e il potere di una propria indomabile Volontà, che è il Volere del Genio della Stirpe Germanica.

L’accesa oratoria di Adolf Hitler, con i suoi accenti di voce che si fanno esaltati e violenti, esprime valenze archetipiche tipicamente odhiniche: ispirate da uno stato d’animo che accomuna, all’epoca,l’intera Nazione Germanica. All’Estraneo, e al non Tedesco, essi sembrano forse eccessivi, ma l’uditorio germanico li recepisce giustamente, come la Voce del Dio Wotan: resa furiosa dalla collera, e dal disprezzo per le viltà e le oppressioni subite.

Per ben dodici anni, questa voce bassa e calda nell’eloquio normale, e potente e furibonda nelle arringhe pubbliche, che è stata l’unico strumento su cui Adolf Hitler ha fondato il proprio Potere, ha saputo tenere i nemici degli Ariani: gli ebrei d’Europa e del mondo, ed i loro proseliti funzionali, col fiato sospeso.

La maggior parte degli uomini chiave del Reich presenta alcune caratteristiche caratteriali comuni: sono Nazionalisti molto attenti alla propria voce interiore, spesso iniziati, volitivi, amanti della Patria e del Völk Germanico, pronti alla lotta per un Ideale di Civiltà Ariana, che restituisca alla stirpe teutonica la Grandezza dell'Impero Romano, e la Libertà dalle panie Giudeo cristiane. Molti di loro affermano la propria reale identità erotica, ed eroica, nel rapporto intervirile, e trovano, nell'appartenenza ad un Ordine guerriero, con forti connotazioni ascetiche e ferree strutture gerarchiche, il sostegno per il proprioindividuale percorso.

Dopo la guerra, tutti gli uomini del Reich, che hanno reso possibile il miracolo della Rinata Germania Hitleriana, vengono anatemizzati da uno stuolo di “storici prezzolati”, che, improvvisandosi psicologi e a psichiatri, li definiscono come burocrati complessati, affetti da psicosi, da mania di grandezza, da dip endenza alle droghe, o da inguaribili perversioni sessuali.

A questi ignoranti funzionali, sfugge evidentemente il fenomeno omogeneo, e la reale natura catartica dell'Entusiasmo estatico ed estetico hitleriano, condiviso da tutti i Tedeschi veraci, per una Testimonianza diretta e profetica resa da Adolf Hitler: la Vox Populi Vox Dei dell'epoca, che non ha nessun bisogno di stregare o di ammaliare gli uditorî dei raduni nazionalsocialisti, perché ciò che egli dice, gridandolo nei suoi Discorsi alle folle, corrisponde perfettamente, a ciò che ogni individuo, fra quelle stesse folle, se è un vero ariano Tedesco, sente profondamente in cuor suo; e collima con ciò che ognuno di loro vorrebbe dire, o gridare.

Gli Dei hanno atteso silenziosi, il momento adatto per tornare alla luce, esplodendo in tutta la loro violenza: di Sacre Presenze Negate, ovvero con le caratteristiche distruttive e guerriere della Luce, che ovviamente, gli obnubilati Ebrei, Cristiani e non, non potevano che vivere, sulla propria pelle, che come il Male e l'Ombra Tenebrosa.

Il Nazionalsocialismo è stato questo ritorno alla Luce verticale e polare degli Dei Nordici, che i monoteisti semiti, hanno scambiato per una Tenebra Abissale. Per comprendere l'inversione esatta delle posizioni, e dei fatti archetipici, basta rileggere le parole di Carl Gustav Jung, nel suo: "La Lotta con l'Ombra" del 1946.
Lo strizza cervelli elvetico dice:

“ In ciascuno dei miei pazienti tedeschi, si poteva constatare un disturbo dell’istinto collettivo. Gli Archetipi che potei osservare, esprimevano primitività, violenza e crudeltà. Dopo avere esaminato un numero sufficiente di questi casi, rivolsi la mia attenzione all’insolita condizione spirituale prevalente allora in Germania. La Marea che stava crescendo, dopo la prima guerra mondiale, si annunciò nei sogni individuali, in forma di simboli mitologici collettivi, che esprimevano barbarie e violenza. In breve: tutte le Potenze delle Tenebre. Quando accade che tali simboli facciano la loro comparsa in un gran numero di individui, senza venire però da loro compresi, capita che comincino ad attrarli in un insieme; quasi in virtù di unaforza magnetica; ed ecco formarsi una massa.

Un capo sarà trovato, nell’individuo che dimostra minor forza di resistenza, il più ridotto senso di responsabilità, e la più forte volontà di potenza. Questi, scatenerà tutte le energie pronte ad esplodere, e la massa lo seguirà, con la forza irresistibile di una valanga.

In questo patetico scritto lo psichiatra svizzero tenta, dopo il dissidio con Freud e la sua potente cricca di psichiatri e psicologi ebrei, di di acquisire un’accettabiltà kasher, come precoce antinazista, stigmatizzando ciò che è accaduto, nei 12 anni del III Reich Hitleriano, come una assai opportuna, ma altrettanto improbabile, “Psicosi di massa”; patita dall’intero gruppo etnico Tedesco sotto la “dittatura” diun Adolf Hitler che è invece notoriamente stato eletto regolarmente e democraticamente, a furor di popolo.

Questa rabberciatura psicologica, tentata da un Gustav Jung che, messo alle strette dalla lobby psicoanalitica freudiano- ebraica, pretende di poter disquisire, della Germania Nazionalsocialista, come se si trattasse di uno qualsiasi dei suoi pazienti, disteso sul suo lettino da psicanalista, è professionalmente ed umanamente davvero vergognosa. Se pur riconosce la potenza del Dio ancestrale dei Germani che si riafferma, Jung lo fa solo per poter negare un’adesione consapevole dei Tedeschi a quell’archetipo; fatto che invece traspare palesemente, da tutta la Letteratura, la Musica, e l’Arte Tedesca, non ebraicizzata, e dichiaratamente antisemita, degli ultimi due secoli.



L’affannosa ricerca di un capro espiatorio, che assolva il suo previsto ruolo tenebroso e diabolico, trova ovviamente, in un Adolf Hitler già ampiamente demonizzato dalla propaganda alleata, il suo più logico ecomodo bersaglio. Questa spazzatura intellettuale, spacciata ai profani come una profonda analisi psicologica, in quanto effettuata da un Maestro indiscusso della psicoanalisi mondiale, evidenzia la scarsa credibilità ed il valore pressoché nullo, che bisogna dare anche alle altre “affermazioni sapienziali junghiane”, riguardanti gli Archetipi, la Gnosi, e l’Alchimia.

Nel 1946, questo disinvolto plagiatore visionario, ha, con il suo opportuno risarcimento alla causa ebraica del Team freudiano, fornito una partitura incomparabile ed assai durevole, al coro di menzogne intonate ed orchestrate contro il Nazionalsocialismo Hitleriano. Ne ha tratto ovviamente i suoi vantaggi. Con buona pace del Dottor Jung e dei suoi ancor troppi, quanto stolidi estimatori, va chiarito che la forza di un Archetipo divino, si manifesta solo quando, e se, esso viene ripetutamente e tenacemente invocato; richiamato e voluto con forza ed intensità costante, per un lunghissimo periodo di tempo.

Solo se, e quando si sviluppano, in chi attua l’invocazione divina, le qualità corrispondenti a quel dato Archetipo, il Dio si manifesta; non certo quando, come afferma il ciarlatano svizzero:

“ Le difese morali e psichiche del soggetto sono debolmente resistenti”, ma solo nel caso in cui: “Le sue attitudini interiori, il suo carattere, e le sue valenze psichiche, sviluppano volontariamente un’Identificazione ed una somiglianza che, accentuata dai Riti, corrisponda perfettamente alle qualità ed ai caratteri dell’Archetipo in questione”.

Stranamente, rileva questo piazzista della pseudo terapia animica, anche i sogni dei suoi pazienti tedeschi, in questo particolare periodo storico, sembravano soffrire di un’influenza archetipica. Egli dice, traendo le sue informazioni da fonti non meglio precisate, che Hitler stesso soffriva di terribili incubi ricorrenti. In lui si manifestava perciò, in misura maggiore, lo stesso fenomeno di compresenza onirica di simboli Odhinici, o Wotanici.

Di fatto, come prezzo del proprio riscatto professionale, e di un via libera editoriale altrimenti negatogli, Carl Gustav Jung ha accettato di pasticciare alcune asserzioni sull’Odhinismo risorgente, per fare da apripista alla mistificazione generalizzata dell’Hitlerianesimo; negando che l’evento centrale ed il Nucleo di quel periodo, sia stata la Rinascenza Ariana: anticristiana ed antiebraica, costellata dal ritorno degli Archetipi e degli Dei del Popolo Tedesco, e dalla ricostituzione della Religione Ancestrale dei Popoli Nordici: l’Asatru-Odhinista.

Nel suo libro apparso nel 1898, Der Unbessiegbare, Ein Grundzug germanischer Weltangschauung, l’Invincibile, Un trattato sulla concezione germanica del mondo, Guido von List ha scritto una sorta di Atto di Fede Tedesca. Basandosi sulle vecchie leggende germaniche, egli descrive la figura d’un “Salvatore”.

Il vendicatore del Dio Odhinn, verrà per restaurarne il culto, e per riportare la razza germanica al suo splendore. Ebbene, Adolf Hitler ritiene di essere proprio questo artista inviato da Dio, non dal Dio cristiano, ovviamente, ma da Odhinn o Wotan, per salvare il mondo germanico.

Nel 1915, il caporale Adolf Hitler scrive una poesia in cui evoca il potere delle Rune e di Odhinn-Wotan:
« Talvolta m’aggiro nelle gelide notti/ presso la quercia di Wotan, nella calma luminosa,/ Per intrecciare un patto d’unione con le occu lte Potenze/ Le Rune mi iincantano al chiaror della luna/ E tutti, quelli che di giorno s’azzardano,/ Diventan piccoli davanti alla magica formula!/ Sguainan la spada – ma fan come lo struzzo/ Restan di sasso, come stalagmiti./ Così si separano i Falsi dagli autentici./Fra le parole ne scelgo alcune / E le dono ai Buoni, e ai Giusti/ Con la mia formula di Benedizione e Prosperità».

La truffa intenzionale operata della psicanalisi di matrice ebraica, si rivela proprio nella sua lettura, pilotata ed auto-referenziale, del fenomeno Nazionalsocialista, trattato alla stregua di un fenomeno eterogeneo di magia negra Voudou. Secondo questi operatori della psiche, che sono assai più stupidi dei loro pazienti, il movimento Nazionalsocialista ha avuto successo, in Germania, per aver saputo strumentalizzare, attraverso il Medium Adolf Hitler, lo stato di entusiasmo estatico, da lui indotto ipnoticamente sulle folle ariane. Queste, ammaliate, e letteralmente stregate, dall'Archetipo di Wotan/Odhinn, che Hitler a dire loro veicolava, sono state
violentemente possedute da quello. Questo, che potrebbe essere il canovaccio per una storiella cinematografica hollyvoodiana, in un Film Horror a basso costo, è diventato, invece la seria diagnosi degli specialisti della Psiche, che affermano:

“ L'archetipo Odhinn- Wotan cercava disperatamente di incarnarsi in un uomo, o per meglio dire, la Germania aveva bisogno di un capo, della figura escatologica di un Re-Fuhrer, cioè di una guida che potesse assumersi il carico emotivo dell'archetipo,
presente nell'anima del popolo tedesco. La tensione emotiva, trascinatasi per secoli, era giunta, difatti alla sua più bruciante sconfitta; il Trattato di Versailles del 28 giugno del 1919.

Questo Diktat toglieva allaGermania le conquiste belliche, limitava l'esercito ad una unità simbolica di 100.000 uomini, imponeva ai tedeschi di dichiararsi unici responsabili della guerra, impegnandosi al risarcimento di tutti i danni provocati, con un prezzo così esorbitante, che, di fatto, si privava la Germania delle proprie risorse economiche; gettandola nella disperazione e nella Miseria.

Se questa tesi affermata dagli psico-storici fosse davvero esatta, allora non la Germania, ma i vincitori Alleati del primo conflitto Mondiale, sarebbero anche i soli, ed effettivi responsabili dello scoppio della Seconda Guerra Mondiale, e delle sue letali conseguenze. Se gli Ebrei della Finanza Internazionale hanno distrutto, come è
ampiamente dimostrato, la Germania di Guglielmo II, e gli Imperi Centrali, fomentando con il Comunismo, una reazione di rinascita del più acceso nazionalismo teutonico, sono essi stessi ad avere predisposto il cosiddetto “substrato psichico tedesco”, alla rimozione delle barriere razionali, ed all'avvento dell'archetipo Odhinico, che incarna l'ideale guerriero della Stirpe germanica.

Sono quindi essi, e le loro variegate pedine politiche, ad avere promosso con l’iniquo Diktat di Versailles, il riscatto tedesco dallo smacco bellico. I risultati ottenuti da questi Ebrei sionisti, -che non vanno accomunati all’intero popolo ebraico, e che hanno operato ed operano tuttora, per il proprio esclusivo profitto, all'ombra di tutte le Guerre, passate, presenti, e a venire- sono stati davvero eclatanti, e se non sono ricaduti direttamente su di loro, certo ricadono per sempre sull’Eletta Genia. Ovvero: Chi ha una sufficiente memoria storica, ed
informazioni non non gtroppo adulterate, le usi adeguatamente.

Mauro Likar

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