sabato 13 marzo 2010

COSI' PARLO' ZARATHUSTRA



L'ANTICRISTO.OVVERO LA MALEDIZIONE
DEL CRISTIANESIMO.

Il 30 Settembre 1888 alcuni mesi prima della nascita di Adolf Hitler, Friedrich Nietszche finisce il manoscritto dell' “Anticristo”, o la Maledizione del Cristianesimo, inaugurando l'Anno Uno di una Nuova Era. Così egli scrive, in quello che è il suo Manifesto profetico:

“ Guardiamoci in faccia, noi siamo Iperborei, e siamo ben consapevoli di vivere in disparte. Noi abbiamo trovato l'uscita dal millenario labirinto; fuori dalla malattia di una putrida pace, dei vili compromessi, e da tutta la virtuosa sozzura di questa ampiezza di cuore e tolleranza, che è un miasma che viene dal Sud; un vento di scirocco intollerabile, per chi vive fra ghiacci assai poco indulgenti. Il nostro coraggio è il nostro fato, e questo destino è la pienezza, la tensione, l'accumulo di forze.

Noi siamo assetati di lampi e d’azioni; la nostra è un'aria di tempesta che squarcia di folgori la tenebra della nostra natura, aprendosi una via che è una linea retta e uno scopo. Cos'è buono? Tutto ciò che eleva il senso della potenza, la volontà e il potere stesso dell'uomo. Cattivo è tutto ciò che deprime e che nasce dalla o porta alla debolezza. Felicità è sentire che la Potenza sta crescendo, e che ogni resistenza viene superata.

Non appagamento, ma maggiore potere; non Pace ad ogni costo, ma guerra; non Moralismo, ma Virtù: una forza virile libera da ogni ipocrisia morale. I deboli e i mal riusciti devono perire; questo è il principio del nostro amore filantropico. Cosa è dannoso più d'ogni altro vizio ? L'agire pietosamente verso i mal riusciti; ovvero, il Cristianesimo. Il problema che si pone, non riguarda il posto che l'umanità occupa nella gerarchia degli esseri, bensì quale tipo umano debba essere allevato, voluto, atteso come tipo di superiore valore; più degno di vivere, e più certo dell'avvenire.

Questo tipo è esistito spesso come caso fortuito, eccezionale, mai come qualcosa di voluto. E' stato proprio questo TIPO ad essere temuto e stigmatizzato come Mostro terribile, e, a partire da questo timore, è stato voluto, allevato, raggiunto il Tipo opposto: l'Uomo Animale domestico, la bestia da Gregge; il Cane rognoso: il CRISTIANO.

Il cristianesimo giudaico ha condotto e conduce una guerra mortale contro il tipo umano superiore; ha messo al bando tutti gli istinti fondamentali di questo Archetipo, e da essi ha distillato ciò che esso definisce il Male: l'uomo malvagio, demoniaco. Il Cristianesimo sostiene e spalleggia tutto ciò che è debole, abbietto, mal riuscito, e agisce come un depressivo. La sua Compassione non è una virtù, ma una tara antiaristocratica; la Praxis del Nichilismo. Bisogna vibrare un colpo assai deciso a questi pericolosi accumuli di pietà malsana, dissolvendo ogni compassione cristiana, come medici implacabili di fronte ad un tumore: a colpi di bisturi.

Questa è la nostra maniera d'amare gli uomini, e di essere filosofi, di noi Iperborei. Noi, spiriti liberi, siamo già una trans-valutazione di tutti i valori; una vera dichiarazione di guerra e vittoria, a tutti i concetti di Vero e di Falso. Le idee più preziose sono i Metodi che suscitano la paura e il disprezzo degli uomini ben costumati. Fede, Carità, Speranza, sono Tre accorgimenti cristiani, che fanno da corollario all'istituto ebraico di sopraffazione delle altre razze.

L'Ebreo, di cui il Cristiano è l'Apogeo, vuole esistere a qualsiasi costo, falsificando ogni natura, ogni realtà, l'intero mondo esteriore ed interno. Il Cristiano, fatale e falso quanto gli ebrei, sembra non comprendere sé stesso come l'ultima e più cupa conseguenza dell'Ebraismo. Questi risentiti patologici, sono i nemici giurati d’ogni moto vitale ascendente, della natura completa, della potenza, bellezza ed auto affermazione terrena. Gli Ebrei hanno intuito, negli istinti degenerati, la loro migliore arma contro il mondo intero. Essi la usano contro i non Ebrei, ma, per Sé medesimi, si oppongono ad ogni degenerazione.

Costoro hanno voluto, con un colpo di genio rappresentare la degenerazione e farsene i paladini presso gli altri popoli, come attori e agenti di dissoluzione animica. Gli Ebrei hanno saputo porsi al vertice di tutti i movimenti degenerativi, di tutte le metastasi sociali che hanno afflitto lOoccidente, come il Cristianesimo di Paolo di Tarso; per farne armi potenti, e mezzi per ammalare l'umanità non ebraica. Così, questi impostori, hanno trovato il proprio profitto e interesse vitale nel ribaltare la vita e il mondo, appestandoli con i concetti di Buono e Malvagio; di vero e di falso. Costoro hanno tradotto il passato storico del proprio popolo nell'elemento religioso, facendone la menzogna per eccellenza: Il Dio di un Popolo Eletto, e il Popolo eletto da un Dio dominante e volitivo.

Questa menzogna afferma che esiste una volontà divina, in ordine a ciò che l'uomo deve fare, o non fare, e che il valore di un popolo o di un individuo dipende dall'obbedienza alla volontà di questo Dio, che, di conseguenza punisce il disobbediente e premia il conforme.

La realtà sottesa a questa miserabile menzogna, è la seguente: Una specie e una razza parassitaria di uomini, con freddo cinismo, misura i popoli, le epoche, gli individui, a seconda che giovino, o abbiano giovato, al loro strapotere; valutandoli con ilo criterio idiota dell'obbedienza a Dio, ovvero ai suoi vicari in terra: loro stessi. La volontà di Dio, ovvero le condizioni per conservare ed ampliare il potere sacerdotale, deve essere nota a tutti; perciò è necessaria una Rivelazione; occorrono Comandamenti e Regole.

Nasce così la grande falsificazione letteraria: la Sacra Scrittura, resa pubblica con ieratica magnificenza, digiuni, penitenze, giaculatorie di postulanti cronici. Il Peccato sta nel non attenersi ad essa; ogni disgrazia nasce dalla non ottemperanza alle sue Leggi. Il Sacerdote, il Rabbino, il Prete, l'Imam, hanno così messo per iscritto ciò che vogliono ottenere; e ne hanno fatto la “Volontà di Dio”. Indispensabile, onnipresente in ogni momento cruciale della vita: Nascita, Matrimonio, Riti di passaggio, Malattia, Morte, il sacro parassita controlla e mette mano ad ogni singolo evento; degenerandolo per “ santificarlo”. Il Prete d'ogni religione, svaluta e dissacra la Natura, e può esistere solo a questo prezzo.

La Disobbedienza alle leggi che i preti hanno attribuito a Dio, a proprio esclusivo vantaggio, è il Peccato, e può esservi redenzione solo riassoggettandosi al prete in modo ancora più radicale.
Il Peccato è indispensabile alla Potenza Sacerdotale; essa prospera e vive su di esso e per suo tramite. Dio, ovvero il sacerdote, persona chi fa penitenza, ovvero, atto di completa e incondizionata sottomissione. Su questa palude di menzogne ebraica si è sviluppato anche il Cristianesimo: una forma patologica di mortale inimicizia per la Realtà, e poi l'Islam: ultima metastasi del cancro ebraico. Questi ultimi, negano anche la stessa realtà ebraica da cui provengono, e su cui hanno tessuto e ordito i loro rispettivi Libri Sacri, e la pretesa di essere il Popolo Santi dei Sacerdoti; la Nazione degli Eletti.

In Paolo si incarna il genio dell'odio e del risentimento ebraico, nella logica spietata della distruzione di tutto ciò che non è patologico, malato, nevrotico. Il Vangelo di Paolo, questo epilettico rozzo e fanatico sionista, è una specie di Romanzo Russo, che predica agli imbecilli Gojim una infantile idiozia: La Salvazione democratica, l'immortalità indiscriminata; una grossolana fascinazione apologetica, tesa a conquistare il potere sul mondo e su uomini resi falsi fino ad una stupidità che simula efficacemente l'innocenza.

Il Vangelo è rivolto alla canaglia, e serve ai farabutti che lo manipolano, come strumento di falsificazione della realtà e della storia. Paolo voleva il fine, quindi volle anche i mezzi; quel che egli stesso non credeva, lo credettero gli idioti a cui diede in pasto la sua dottrina. Il suo disegno, la sua necessità era la Potenza Sacerdotale, con cui tiranneggiare le masse; perciò inventò il mezzo per formare, con esse, delle mandrie affiatate: la fede nell'immortalità e nel Giudizio finale.

Trasferendo il centro gravitazionale della vita nell'aldilà, si è tolto il baricentro alla vita in generale. La grande menzogna dell'immortalità generalizzata, aperta a chiunque, anche agli ignobili, è una miserabile adulazione della vanità personale della plebaglia, e una chiara negazione del valore e della qualità aristocratica del singolo atto individuale. Questo veleno della dottrina egualitaria, così utile all'ebreo, nel fomentare rivoluzioni plebee disgreganti, è stato diffuso sistematicamente nel tessuto della civiltà ariana. L'Ebraismo, tramite il Cristianesimo, ha fatto guerra ad ogni venerazione, e ad ogni presupposto di elevazione, sviluppo, cultura individuali. Con il risentimento delle masse, esso ha forgiato le proprie armi contro tutto quanto vi è di nobile, lieto, magnanimo, felice sulla terra. Concedere l'immortalità a chiunque, è stato, ed è, il più maligno attentato contro un'umanità realmente nobile; contro un’Aristocrazia umana che ha davvero diritto di supremazia e di selezione e distacco dal gregge.

La menzogna dell'uguaglianza delle Anime, ha portato con sé rivoluzioni criminali e sanguinarie. La Bibbia, I Vangeli, e il Corano, sono inestimabili, come testimonianze della corruzione semita, della dissimulazione e della falsità elevate ad arte, contro la Razza umana Superiore. Il Cristianesimo e l'Islam, sono l'arte di mentire santamente degli Ebrei; elevata ad una maestria e ad una padronanza ineccepibili. Questi eletti boriosi, recitano la commedia della Modestia o dello Sdegno, ma la loro funesta mania di grandezza si è tradotta in un delirio d’onnipotenza che ha devastato e devasterà il mondo.

Questi aborti di baciapile e di mentitori, si sono arrogati l'idea di Dio, di Verità, di Luce, di Spirito, d’Amore, di Sapienza, di Vita, per delimitare il mondo a proprio esclusivo vantaggio. Piccoli esseri, superlativamente ebrei, maturi per ogni tipo di manicomio, hanno capovolto i valori, in direzione di sé stessi, come se il solo Ebreo, e poi il Cristiano, o ebreo riformato, e l'Islamico o ebreo rigettato, fosse il senso, il sale, la misura, e il giudizio finale di ogni altra cosa. Tutta questa triste fatalità, si è resa possibile per il fatto che già esisteva, nel mondo, una specie razziale affine a questo delirio di grandezza: quella Ebraica, nata da Abramo.

Non appena si è spalancato l'abisso fra Ebrei ed Ebrei Cristiani, a questi ultimi non è rimasto che di impiegare, contro i primi, gli stessi sistemi di auto-conservazione che l'ebreo impiega per proprio conto, contro quanto non è Ebreo. Il cristiano non è, difatti, nient'altro che un ebreo di confessione meno restrittiva. L'Islamico ha operato nello stesso senso, ripristinando, rispetto al Cristiano, con un plagio più accorto, la maggior parte delle osservanze ebraiche.

M.L

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